WhatsApp ha compiuto dieci anni proprio l’anno scorso e, risultati alla mano, è l’App di messaggistica istantanea che più ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare ogni giorno.

La conoscono e la usano tutti, anche le generazioni meno avvezze alla tecnologia: genitori anziani e nonni che si tengono in contatto con figli e nipoti. Dopo la telefonata (lo strumento prediletto dagli over 60) arrivano i messaggi, non più gli SMS però, ma quelli di WhatsApp.

La notorietà di quest’ App è paragonabile in termini relativi al successo globale di Facebook tra i social network. Il perché di questo successo? Presto detto: è facile da usare ed è affidabile. Oggi sono un miliardo e mezzo in tutto il mondo le persone che comunicano così. E non ne possono fare a meno.

Ma vediamo passo dopo passo l’evoluzione di questa App: dalla sua nascita, alle recenti features di prodotto.

L’applicazione nasce nel 2009, esattamente il 24 febbraio; ad agosto di quell’anno viene lanciata per iPhone e nel dicembre si possono condividere foto e video.

A giugno 2010 viene attivata la funzione di “location sharing” per condividere la propria posizione con amici e parenti. A dicembre l’App si estende al mondo del mobile Android.

Il 2011 è l’anno delle chat di gruppo (amate/odiate) che cominciano a intasare la memoria dei nostri smartphone: dalle chat dei genitori a scuola, a quelle del gruppo di calcetto, fino alle reunion con i vecchi compagni del liceo, e così via. WhatsApp crea “comunità”, fa incontrare persone nuove e mette in contatto con quelle del passato.

Nel 2013 arriva un’altra rivoluzione: i messaggi vocali, più veloci e diretti. C’è sempre meno tempo per digitare parole e spiegare situazioni, stati d’animo e punti di vista: lo si fa a voce, tenendo premuto un semplice tasto e la voce (con le sue sfumature di tono) rimbalza dall’altra parte in un attimo.

Ad aprile 2014 sono già oltre 500 milioni gli utenti attivi, in ottobre WhatsApp viene acquisita da Facebook e a novembre di quell’anno arriva “la conferma di lettura”, con la doppia spunta blu e nasce il tormentone del messaggio letto – non letto.

Nel 2016 nasce WhatsApp per il web, per chattare direttamente dal tuo laptop con il telefono collegato a fianco. Il 2016 è anche ricordato per i miglioramenti in termini di privacy e sicurezza con l’introduzione della crittografia end-to-end, per non limitare il rischio che messaggi, foto, video, messaggi vocali, documenti e chiamate cadano nelle mani sbagliate.

Due nuove features introdotte sono la video chiamata e l’aggiornamento di status. A luglio 2017 siamo già ad un miliardo di utenti che usano la piattaforma ogni giorno.

Nel 2018 nasce WhatsApp Business, pensata per i proprietari di piccole attività. WhatsApp Business semplifica l’interazione con i propri clienti grazie a strumenti che permettono di automatizzare, organizzare e rispondere velocemente ai messaggi. Prime funzioni: profilo dell’attività, per fornire importanti informazioni, come indirizzo, email e sito web; statistiche, per vedere quanti messaggi sono stati inviati, ricevuti e letti; strumenti di messaggistica, per rispondere velocemente ai clienti.

Arrivano anche gli stickers (ottobre 2018) che aiutano a esprimere emozioni o stati d’animo in modo più efficace rispetto alle sole parole.

L’anno scorso WhatsApp Business si amplia ancora con la versione API per le grandi aziende, e il catalogo prodotti per quelle più piccole.

L’App tout court invece amplia l’ambito delle garanzie in termini di privacy e sicurezza (nuove impostazioni per la privacy dei gruppi, integrazione di Face ID e Touch ID, il blocco App con impronta digitale).

Il 2020 si dice sarà l’anno delle funzioni di Advertising e dell’adozione dell’App da parte di molte grandi Aziende per restare in contatto con i propri Clienti, offrendo assistenza e servizi innovativi, ambito in cui come Chorally vediamo enormi opportunità.

I primi 10 anni sono stati dirompenti, adesso arriva la sfida della maturità.

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