L’asticella della customer experience si alza continuamente. I clienti di oggi si aspettano risposte immediate, interazioni personalizzate e soluzioni efficaci, su qualsiasi canale e in qualsiasi momento. 

Guardando a quest’anno, l’IA, e in particolare l’IA generativa, è destinata a ridefinire ulteriormente le dinamiche del servizio clienti, portando efficienza operativa e livelli di personalizzazione mai visti prima.

Il customer care moderno, per essere competitivo, deve evolvere da un centro di costo a un vero e proprio centro di valore, capace di fidelizzare i clienti e generare nuove opportunità di business. L’IA offre alcuni strumenti per compiere questo salto di qualità, aiutando ad automatizzare i processi ripetitivi, fornendo insight preziosi sul comportamento dei clienti e potenziando le capacità degli operatori umani. Piattaforme avanzate di customer engagement come Chorally integrano soluzioni di IA per aiutare le aziende a gestire in modo omnicanale e intelligente le interazioni con i propri clienti, trasformando ogni contatto in un’opportunità.

I trend dell’IA nel customer care del 2025

Prima di proiettarci verso le promettenti evoluzioni future, è fondamentale comprendere come l’Intelligenza Artificiale stia già potenziando il customer care. Diverse applicazioni si sono ormai consolidate, costituendo la base robusta su cui si costruiranno le innovazioni degli anni a venire.

Un esempio lampante è rappresentato dai chatbot e dagli assistenti virtuali intelligenti.

Questi software, grazie ai progressi nel Natural Language Processing (NLP) e nel Machine Learning (ML), sono programmati per simulare conversazioni umane e fornire assistenza automatizzata con crescente accuratezza. Molte aziende di e-commerce, ad esempio, traggono vantaggio dall’uso di chatbot per gestire richieste frequenti quali il tracciamento degli ordini, informazioni sui resi o domande sui prodotti, permettendo agli agenti umani di concentrarsi su problematiche più complesse

Parallelamente, la sentiment analysis e il social listening stanno rivoluzionando il modo in cui le aziende percepiscono il proprio pubblico. Queste tecniche utilizzano algoritmi di IA per identificare e classificare le emozioni – positive, negative o neutre – e le opinioni espresse nei testi dei clienti, che provengano da email, chat, recensioni o post sui social media. Si tratta di uno dei moduli più richiesti per Chorally per la sua capacità di mantenere costantemente il polso della reputazione.

Per esempio, un’organizzazione può monitorare attivamente i social media per intercettare rapidamente i clienti insoddisfatti, magari a causa di un ritardo di servizio o un problema su una spedizione, e intervenire proattivamente. KLM Royal Dutch Airlines è un esempio notevole di come un uso avanzato dei social media e dell’IA per il customer service possa gestire migliaia di menzioni settimanali, permettendo di prioritizzare i clienti più critici e identificare aree di miglioramento.

Un altro pilastro dell’IA nel customer care odierno è l’automazione e lo smistamento intelligente dei ticket (Intelligent Ticketing). L’IA analizza il contenuto dei ticket di assistenza, indipendentemente dal canale di provenienza, per categorizzarli automaticamente, assegnare livelli di priorità e instradarli al team o all’agente più qualificato. Questo processo minimizza la gestione manuale e assicura che ogni richiesta riceva l’attenzione adeguata nel minor tempo possibile. Immaginiamo un’azienda di software che gestisce un elevato volume di richieste di supporto: l’IA può distinguere autonomamente tra segnalazioni di bug, richieste di nuove funzionalità o problemi di fatturazione, indirizzando ciascun ticket al dipartimento corretto. Chorally già integra queste capacità, spesso arricchite da IA personalizzabili, addestrate sul proprio knowledge base, accelerando così i tempi di risoluzione e ottimizzando il carico di lavoro degli agenti.

Infine, anche i sistemi di Risposta Vocale Interattiva (IVR) sono diventati più intelligenti. Se gli IVR tradizionali erano spesso fonte di frustrazione, le loro controparti conversazionali potenziate dall’IA comprendono il linguaggio naturale. Ciò permette ai clienti di esprimere le proprie necessità a voce, superando la navigazione di complessi menù a più livelli. Questi sistemi possono risolvere richieste semplici autonomamente o instradare la chiamata all’agente giusto, fornendo già un utile contesto. Molte banche e utility stanno adottando IVR conversazionali che consentono ai clienti di formulare richieste come “Vorrei conoscere il saldo del mio conto” e ricevere assistenza immediata, come evidenziato da report di Deloitte sul futuro della collaborazione AI-umano nel customer service.

I vantaggi tangibili dell’IA nel customer care

L’adozione di queste tecnologie IA si traduce in benefici concreti e misurabili, che si manifestano sia attraverso un netto miglioramento dell’efficienza operativa sia tramite un innalzamento della qualità dell’esperienza offerta al cliente.

Dal punto di vista operativo, l’automazione delle attività ripetitive e di basso valore aggiunto, come le risposte a domande frequenti o lo smistamento iniziale dei ticket, libera risorse umane preziose. Gli agenti vedono aumentare la propria produttività: supportati dall’IA, che fornisce contesto, suggerimenti di risposta e accesso rapido alle informazioni, possono gestire un maggior numero di interazioni complesse in minor tempo. Inoltre, l’IA conferisce una notevole scalabilità operativa, permettendo di gestire picchi di richieste senza la necessità di incrementare proporzionalmente il personale, garantendo così continuità di servizio anche durante periodi di alta affluenza.

Parallelamente ai guadagni di efficienza, l’IA è un potente motore per una personalizzazione avanzata del servizio. Analizzando enormi quantità di dati, dallo storico degli acquisti alle interazioni precedenti, dal comportamento di navigazione ai feedback forniti, l’IA è in grado di costruire profili cliente estremamente dettagliati. Questa profonda comprensione del cliente permette di orchestrare interazioni su misura, offrendo risposte, soluzioni e raccomandazioni altamente personalizzate che possono persino anticipare le sue esigenze. Un cliente che contatta l’assistenza può essere immediatamente riconosciuto, e l’operatore può accedere istantaneamente alla sua storia, rendendo l’interazione più fluida, pertinente ed efficace. L’IA può anche identificare i punti di attrito nel customer journey, suggerendo interventi proattivi per affinare l’esperienza complessiva.

Ulteriori vantaggi includono la disponibilità del servizio 24/7 e una significativa riduzione dei tempi di attesa. I chatbot e gli assistenti virtuali, infatti, garantiscono un supporto di base continuativo, sette giorni su sette e ventiquattro ore su ventiquattro. Questo assicura risposte istantanee per le richieste più comuni, abbattendo i tempi di attesa e aumentando la soddisfazione immediata. È importante sottolineare anche l’empowerment degli agenti umani. Contrariamente al timore diffuso che l’IA possa sostituire il personale, nel contesto di un customer care evoluto, essa agisce piuttosto come un “copilota”. Automatizzando le mansioni ripetitive e fornendo insight preziosi, l’IA permette agli operatori di concentrarsi sulla risoluzione di problemi complessi, sulla gestione approfondita delle relazioni e sull’applicazione dell’empatia – aspetti dove il discernimento e il tocco umano restano, e resteranno, insostituibili.

Trend Futuri: GPT e IA generativa sono solo agli inizi

Se i casi d’uso finora descritti rappresentano il presente consolidato e il futuro immediato, l’onda d’urto dell’IA Generativa, esemplificata da modelli come GPT (Generative Pre-trained Transformer) e altri Large Language Models (LLM), è destinata a trasformare radicalmente il panorama del customer care già entro la fine del 2025. Questa forma avanzata di intelligenza artificiale non si limita ad analizzare dati o ad automatizzare risposte predefinite; essa è capace di creare contenuti originali e contestualmente pertinenti – testi, immagini, e persino codice – con un livello di fluidità, coerenza e naturalezza che si avvicina notevolmente a quello umano.

Una delle trasformazioni più attese riguarda la possibilità di intrattenere conversazioni iper-realistiche e naturali. Entro il 2025, i chatbot e gli assistenti virtuali, alimentati da modelli LLM avanzati, saranno in grado di sostenere dialoghi molto più naturali, empatici e complessi. Saranno capaci di comprendere sfumature linguistiche, mantenere il contesto anche in conversazioni prolungate e adattare dinamicamente il proprio tono e stile in base all’interlocutore. Si può immaginare uno scenario in cui un cliente dialoga fluidamente con un assistente virtuale per risolvere un problema tecnico intricato, ricevendo istruzioni dettagliate e personalizzate generate in tempo reale, con un’esperienza quasi indistinguibile da quella offerta da un operatore umano esperto. Figure autorevoli come Bill Gates, attraverso il suo blog “GatesNotes“, e report di istituti di ricerca come McKinsey indicano il customer service come uno dei settori a più alto potenziale di trasformazione grazie all’IA generativa.

L’IA generativa potenzierà enormemente anche il ruolo degli agenti umani, agendo come “co-piloti” AI evoluti. Durante una chat o una chiamata, l’IA potrà fornire un supporto dinamico e intelligente: suggerirà risposte complete e articolate, andando oltre i semplici template; riassumerà lunghe interazioni precedenti in pochi istanti, fornendo un quadro chiaro e conciso; redigerà automaticamente email di follow-up personalizzate; cercherà e sintetizzerà informazioni complesse da vaste basi di conoscenza in tempo reale. Un agente che assiste un cliente con un problema raro e complesso potrebbe, ad esempio, vedere l’IA generativa proporre diverse strategie di risoluzione, complete di pro e contro, basate sull’analisi di migliaia di casi simili e sulla documentazione tecnica più aggiornata. 

Un altro orizzonte entusiasmante è quello dell’iper-personalizzazione proattiva e predittiva. Combinando le capacità di analisi predittiva con quelle generative, le aziende non solo potranno anticipare i problemi dei clienti, ma potranno anche creare comunicazioni e offerte proattive uniche e altamente personalizzate. Ad esempio, un’IA integrata in Chorally potrebbe rilevare che un cliente sta riscontrando difficoltà con una specifica funzionalità di un software, analizzando pattern di utilizzo anomali, e generare proattivamente una guida personalizzata o un video tutorial inviato via email, prima ancora che il cliente avverta la necessità di contattare l’assistenza. Analogamente, un cliente il cui abbonamento è in scadenza potrebbe ricevere un’offerta di rinnovo unica, formulata dall’IA per massimizzare le possibilità di conversione basandosi sulla sua storia e sul suo valore percepito.

La creazione automatica e dinamica di contenuti di supporto rappresenta un’ulteriore frontiera. L’IA generativa avrà la capacità di creare e aggiornare dinamicamente FAQ, articoli di knowledge base, guide utente e script per chatbot, basandosi sulle interazioni reali dei clienti e sui problemi emergenti. Questo assicurerà che il materiale di supporto sia sempre aggiornato, pertinente e facilmente comprensibile. Se, per esempio, un numero crescente di clienti inizia a chiedere informazioni su una nuova funzionalità o un problema imprevisto, l’IA potrebbe automaticamente generare una bozza di FAQ o un articolo di supporto, da sottoporre poi alla validazione degli esperti umani, riducendo drasticamente il tempo necessario per produrre nuova documentazione.

Infine, la traduzione e la comunicazione multilingue istantanea e di alta qualità vedranno un salto qualitativo notevole. Le barriere linguistiche nel customer care globale saranno ulteriormente abbattute, poiché l’IA generativa può tradurre le conversazioni in tempo reale con una qualità e una naturalezza superiori rispetto ai sistemi attuali. Questo permetterà a un agente di supportare efficacemente clienti in lingue che non conosce, con il sistema che traduce istantaneamente e accuratamente la conversazione per entrambe le parti, mantenendo il contesto e le sfumature del dialogo.

C’è sempre un “ma”, anche per le IA

L’entusiasmante potenziale dell’IA, e in particolare dell’IA generativa, porta con sé anche importanti sfide e considerazioni etiche che le aziende devono affrontare con consapevolezza. Un aspetto cruciale riguarda la qualità e il potenziale bias dei dati utilizzati per addestrare questi modelli. Dati di scarsa qualità, incompleti o che riflettono pregiudizi esistenti possono portare l’IA a fornire risposte errate, manifestare comportamenti discriminatori o, più in generale, offrire performance subottimali. Alcuni svarioni di Grok sono del resto materia di discussione e, in alcuni casi, sgomento.

Strettamente connessa è la necessità di controllo e la gestione delle cosiddette “allucinazioni” dell’IA. I modelli LLM, pur essendo estremamente potenti, possono talvolta generare informazioni che suonano plausibili ma non sono corrette, o addirittura inventare dettagli. Diventa quindi imperativo implementare meccanismi robusti di controllo, procedure di fact-checking e una supervisione umana attenta, specialmente quando l’IA è impiegata in interazioni critiche o per fornire informazioni sensibili.

L’integrazione di queste soluzioni avanzate nei sistemi legacy esistenti e la loro successiva manutenzione possono presentare complessità tecniche e costi significativi, richiedendo una pianificazione accurata e investimenti mirati. Inoltre, non bisogna dimenticare l’importanza insostituibile del tocco umano. Sebbene l’IA possa gestire in autonomia un volume crescente di interazioni, la capacità di empatia profonda, la comprensione emotiva autentica e il problem solving creativo in situazioni particolarmente delicate o uniche rimarranno appannaggio degli agenti umani. La vera sfida consisterà nel trovare il giusto equilibrio, un’efficace sinergia tra l’automazione intelligente e l’intervento umano qualificato (human-in-the-loop).

Infine, la gestione delle enormi quantità di dati dei clienti, indispensabili per l’addestramento e il funzionamento efficace dei sistemi IA, solleva questioni fondamentali di privacy e sicurezza dei dati. È essenziale che le aziende affrontino questi aspetti con la massima rigorosità, garantendo la piena conformità alle normative vigenti, come il GDPR, e costruendo un rapporto di fiducia con i propri utenti riguardo al trattamento delle loro informazioni personali.

Un futuro intelligente e non solo artificialmente

La seconda metà del 2025 si profila come un anno di svolta per l’Intelligenza Artificiale applicata al customer care. Le solide fondamenta gettate dall’automazione intelligente, dalla sentiment analysis e dai chatbot evoluti stanno preparando il terreno per un’adozione su larga scala dell’IA generativa. Quest’ultima promette non solo di elevare l’efficienza operativa a livelli inediti, ma soprattutto di abilitare una forma di iper-personalizzazione capace di trasformare radicalmente la natura stessa della relazione tra brand e cliente.

Per le aziende, comprese quelle che si avvalgono di piattaforme avanzate come Chorally, è questo il momento di intraprendere azioni strategiche. È fondamentale, innanzitutto, valutare attentamente lo stato attuale dell’utilizzo dell’IA all’interno della propria organizzazione, per comprendere appieno dove questa tecnologia è già impiegata e identificare le aree in cui potrebbe portare ulteriori e significativi benefici. Parallelamente, si consiglia di iniziare a sperimentare con cautela e discernimento le potenzialità offerte dall’IA generativa, magari partendo da progetti pilota in contesti controllati per valutarne l’impatto e l’applicabilità specifica.

Un altro passo cruciale è focalizzarsi sulla qualità e sulla governance dei dati, riconoscendo che essi rappresentano il carburante essenziale per qualsiasi sistema di intelligenza artificiale efficace. Assicurare la qualità, l’accessibilità e una gestione responsabile dei dati è quindi un prerequisito indispensabile. Non meno importante è investire nelle competenze del proprio team: sarà necessario formare il personale non solo all’utilizzo dei nuovi strumenti basati sull’IA, ma anche alla collaborazione efficace con essi e alla gestione delle nuove dinamiche di servizio che ne deriveranno. Infine, ma non per importanza, è vitale mantenere l’etica e la responsabilità al centro di ogni iniziativa, affrontando proattivamente le questioni relative alla privacy, ai possibili bias algoritmici e alla trasparenza dei processi decisionali automatizzati.

L’obiettivo ultimo non è la sostituzione dell’elemento umano, bensì il suo potenziamento. Il customer care del futuro sarà caratterizzato da una sinergia sempre più stretta e proficua tra l’efficienza computazionale, la capacità di analisi su vasta scala dell’IA e le qualità prettamente umane di empatia, intelligenza emotiva e creatività degli operatori. Le aziende che sapranno interpretare e cavalcare questa evoluzione, integrando armoniosamente tecnologia e fattore umano, saranno quelle che eccelleranno nella costruzione di relazioni durature e di autentico valore con i propri clienti, navigando con successo le sfide e cogliendo le opportunità del mercato del 2025 e degli anni a venire.

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