Fino al 24 febbraio 2020 potrete capirne di più sul mondo dell’intelligenza artificiale, visitando la mostra “Training Humans” all’Osservatorio della Fondazione Prada (Galleria Vittorio Emanuele, Milano).

La mostra concepita da Kate Crawford, professoressa e studiosa nell’ambito dell’intelligenza artificiale, e Trevor Paglen, artista e ricercatore, è la prima grande mostra fotografica dedicata a immagini di “training”, e risponde al quesito su come insegnare alle intelligenze artificiale a “vedere e classificare” il mondo.

I due ricercatori hanno analizzato centinaia di set di immagini di training per capire i processi interni di questi “motori del vedere”, partendo da lavori già avviati negli anni ‘60, in collaborazione con le più importanti Università del mondo.

Partendo dal presupposto che nell’ultimo decennio il rapporto tra umani, fotografie e tecnologie di acquisizione di immagini è cambiato radicalmente, in mostra vengono esposte le prime collezioni di immagini di training focalizzate sugli esseri umani.

Al primo piano dell’Osservatorio la documentazione mostra set di dati per il riconoscimento facciale o per lo studio dell’andatura delle persone. E poi ancora impronte digitali, scansioni dell’iride, vene delle dita e testi recitati ad alta voce.

Columbia Gaze (2013) è l’opera in mostra che raccoglie 5.880 fotografie in cui 56 persone posano in varie posizioni della testa, orientando lo sguardo in varie direzioni (impiegato per lo studio del rilevamento dello sguardo).

Oggi l’intelligenza artificiale e la computer vision influenzano profondamente la nostra visione del mondo e il modo in cui gli altri ci guardano. I sistemi di algoritmi sono ovunque: dalle scuole  e gli ospedali, agli aeroporti e gli ambienti militari. Volti e gesti sono riconosciuti e automatico in base a età, razza, sesso, ma anche emozioni e salute mentale.

Con l’avvento di Internet e dei Social Media l’I.A. ha avuto a disposizione miliardi di immagini. Così al secondo piano, il Selfie Dataset, realizzato all’Università della Florida Centrale, contiene oltre 40.000 fotografie raccolte su Instagram e suddivise in categorie oltre che in base a età, sesso e razza, anche per forma del volto, espressioni, colore e taglio di capelli, accessori e luce. Ciò dimostra come le classificazioni degli esseri umani attuale mediante sistemi di IA siano diventate sempre più complesse ed invasive, solitamente senza senza il consenso di coloro che sono ritratti.

Il riconoscimento facciale in uso nell’advertising

Già nel 2013 in Inghilterra una nota catena di supermercato fece notizia introducendo cartelloni pubblicitari capaci di riconoscere uomini, donne, giovani e anziani, tanto da fornire pubblicità mirata in tempo reale, come nel film “Minority Report”.

Si trattava in pratica di schermi LCD, con microtelecamere capaci di effettuare la scansione del viso di chi li guardava. Un software in grado di riconoscere sesso ed età approssimativa di chi osserva, cambiando così la pubblicità visualizzata.

Fatti riconoscere anche tu!

La mostra all’Osservatorio della Fondazione Prada si conclude per il visitatore con “la prova del fuoco” del riconoscimento facciale grazie ad alcuni schermi che riflettono l’immagine. Lo studio è stato sviluppato dai ricercatori di Facebook e Amazon per stimare l’età, il sesso e la condizione emotiva dei volti che rivela. Oggi le nostre fotografie ci guardano e sanno tutto di noi…

Chorally continuerà a raccontarvi il mondo dell’intelligenza artificiale, guardandolo da punti di vista diversi, non solo attraverso la pura lente tecnologica. Non vi resta che restare connessi.

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