Si dice che solo guardando e studiando attentamente il presente sia possibile vedere il futuro. Con questo intento, Banca Ifis ha recentemente pubblicato la nuova indagine per il progetto Fattore I, per studiare i settori produttivi e la capacità di reazione delle PMI all’emergenza Covid-19 – un lavoro approfondito basato anche sui dati web listening e monitoraggio della nostra piattaforma Chorally.
Dallo studio è emerso che, in questi ultimi mesi, le performance delle imprese si sono nettamente diversificate: con un significativo andamento positivo per le aree Tecnologia, Chimica/Farmaceutica e Logistica e trasporti, e una contrazione per i settori classici del Made in Italy, come automotive, sistema casa, moda ecc.
Fattore I è un progetto di informazione pubblica di Banca Ifis che ha l’obiettivo di scoprire il “fattore” che determina il successo dell’impresa attraverso l’analisi dei dati.
L’indagine, che ha approfondito il periodo da febbraio ad aprile 2020, si è concentrata sulla capacità di reazione delle PMI nella fase Covid-19, con una approfondita attenzione su elementi specifici, come la dimensione tecnologica a supporto delle attività produttive, l’incognita dei mercati internazionali e la rimodulazione delle abitudini di consumo.
La ricerca ha avuto come filo conduttore la voce dei settori produttivi, sia attraverso interviste dirette agli imprenditori – grazie alla collaborazione con l’Università di Padova e Università Ca’ Foscari di Venezia – sia attraverso i dati Listening e Web Monitoring della nostra piattaforma Chorally. -> Scopri di più sulle funzioni della nostra piattaforma
Nel primo arco del 2020, il topic Covid-19 è stato prevalente su tutti i settori produttivi, coprendo l’84% degli argomenti dei primi 5 hot topic.
Gli altri trend che hanno segnato il periodo sono stati:
Tra i mega trend, quello sulla tecnologia ha creato più aspettative, non solo per la grande accelerazione che abbiamo visto in questi mesi da parte di molte aziende, in tempi relativamente brevi, ma anche per le implicazioni che si avranno nel futuro.
Se analizziamo infatti l’andamento, notiamo che nella fase ante Covid era in atto una corsa allo sviluppo della tecnologia come strumento di innovazione industriale; entrati nella Fase 1, l’accelerazione è stata più stringente per far fronte al distanziamento e alla limitazione della circolazione, con un’attenzione particolare verso la realtà virtuale, l’e-commerce e il digital, inteso anche per i nuovi servizi di collaborazione a distanza. Nella Fase 2 l’impiego della tecnologia è stata applicata soprattutto per la remotizzazione delle attività lavorative e commerciali, anche in ottica di medio/lungo periodo.
Come il megatrend Covid-19, anche le discussioni sull’applicazione tecnologiche hanno attraversato tutti i settori.
Nel settore meccanico, ad esempio, la pandemia ha accelerato la transizione all’automazione, in continuità col piano Industria 4.0. Inoltre, l’impiego di robot, oltre a facilitare la produzione, ha favorito il rispetto dei Protocolli di sicurezza. Nel settore moda, invece, come altri settori, il digitale ha portato la filiera a ripensare il proprio modello di business con la nascita di digital showroom e sfilate online. Il nuovo mood del settore punta sull’evoluzione tecnologica anche nella riorganizzazione del modello produttivo, limitando sprechi e consumi.
All’interno del megatrend “tecnologia”, i temi più importanti emersi sono stati: il 5G, l’intelligenza artificiale, lo smart working e naturalmente il covid-19.
Nello specifico, è risultata forte l’attenzione alle teorie circa la correlazione tra diffusione del virus e le antenne 5G, e anche sull’utilizzo dell’App Immuni, accompagnato da dubbi sull’efficacia del tracciamento e sul tema della privacy.
Grande rilievo ha avuto la discussione sull’approvazione del piano per la digitalizzazione della scuola che prevede una connessione veloce all’81,4% dei plessi scolastici, per un totale di 32.213 edifici. Mentre, l’Intelligenza artificiale è stata individuata come strumento per il rilancio della manifattura italiana, dalla customizzazione dei prodotti all’auto-adattamento (es. speciale battistrada autorigenerante che cambia da solo in base al clima e al fondo stradale).
Infine lo smart working, adottato dalla quasi totalità delle imprese, è stato percepito come una rivoluzione positiva.
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Il motore semantico è un sistema di classificazione automatica capace di analizzare il testo affiancando ai metodi e alle risorse linguistiche tradizionali dell’analisi del linguaggio naturale, l’utilizzo di tecniche probabilistiche di information retrieval che fanno leva sull’esistenza di un grado di conoscenza “fuzzy” di grandi dimensioni e tecniche di intelligenza artificiale e autoapprendimento, per effettuare l’analisi semantica.
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